Google AI Mode: la fine della SEO o l’inizio di una nuova era?

da | Mar 18, 2025 | Seo

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La SEO, così come la conosciamo, sta per essere stravolta. Google ha lanciato una nuova modalità di ricerca, chiamata AI Mode, che punta a trasformare radicalmente il modo in cui troviamo le informazioni online. Non più solo link blu e snippet ottimizzati, ma risposte elaborate dall’intelligenza artificiale, pronte per essere consultate senza la necessità di visitare altri siti web.

Se tutto questo non fosse già abbastanza, Google ha introdotto anche un aggiornamento cruciale al file robots.txt, che permette ai proprietari dei siti web di decidere se i loro contenuti possono essere utilizzati per addestrare modelli di AI. In altre parole, i creatori di contenuti ora hanno più controllo, o almeno così sembra. Ma cosa significa tutto questo per il futuro della SEO e del digital marketing? Approfondiamolo insieme.

AI Mode: il motore di ricerca diventa un assistente virtuale

Google AI Mode è un vero e proprio cambio di paradigma nel settore delle ricerche online. Invece di offrire una lista di link in risposta a una query, questa modalità fornisce direttamente una sintesi generata dall’AI, che integra informazioni provenienti da molteplici fonti.

Come funziona Google AI Mode

L’AI Mode prende in considerazione le migliori informazioni disponibili, le analizza e restituisce un’unica risposta strutturata. Gli utenti possono interagire con questa risposta in modo dinamico, chiedendo approfondimenti o varianti della query iniziale. Per chi fa SEO, la domanda ora diventa: come si può ottimizzare un sito affinché venga citato in queste risposte AI?

Possiamo spiegare come AI Mode di Google funzioni in modo simile a ChatGPT, sintetizzando informazioni e fornendo risposte dirette, ma con una differenza cruciale: ChatGPT attinge da un modello pre-addestrato e non ha accesso al web in tempo reale, mentre AI Mode si basa su fonti aggiornate dal motore di ricerca.

Per i marketer e i content creator, il rischio è evidente: se gli utenti ottengono direttamente le risposte senza bisogno di cliccare sui siti web, il traffico organico subirà un calo significativo. Adattare le strategie diventa quindi essenziale per mantenere visibilità e rilevanza.

Il controllo sui contenuti: il nuovo robots.txt AI

In parallelo all’AI Mode, Google ha aggiornato le direttive per il file robots.txt, offrendo agli editori la possibilità di escludere i propri contenuti dall’uso per l’addestramento delle AI.

Con l’introduzione del parametro “Google-Extended”, i proprietari dei siti possono decidere di bloccare l’accesso ai loro dati da parte delle intelligenze artificiali di Google. Una scelta che mette sul piatto della bilancia due esigenze opposte. Da un lato, si può decidere di proteggere i contenuti ed evitare quindi che il proprio lavoro venga sfruttato per addestrare AI senza alcun riconoscimento o compenso. Dall’altro lato, si può optare per la strada della visibilità e dell’autorevolezza, scegliendo di essere inclusi nei risultati dell’AI Mode.

Il problema è che al momento non è chiaro quanto i siti potranno davvero limitare l’uso dei loro dati. Inoltre, escludersi completamente dall’AI Mode potrebbe ridurre drasticamente la propria presenza online. Insomma, la scelta non è così semplice come sembra.

Come sopravvivere e prosperare nell’era dell’AI Mode

La grande domanda per chi lavora nel digital marketing e nella SEO è: come adattarsi a questa rivoluzione? Ecco alcune strategie per non farsi cogliere impreparati.

1. Creare contenuti adatti all’AI Mode

Se Google punta sull’intelligenza artificiale per generare risposte dirette, i contenuti dovranno essere:

  • Chiari e strutturati, per essere facilmente riassumibili dall’AI.
  • Autorevoli e aggiornati, per guadagnarsi la fiducia dell’algoritmo.
  • Ottimizzati per rispondere a domande frequenti, proprio come già avviene per i featured snippet.

2. Investire su brand e community

Se l’AI Mode riduce il traffico ai siti, diventa fondamentale creare un legame diretto con gli utenti. Questo significa lavorare su strategie di:

  • Newsletter e DEM per avere un contatto diretto con il proprio pubblico.
  • Social media per fidelizzare e creare una community.
  • Brand authority perché un marchio forte sarà più citato, indipendentemente dall’algoritmo.

3. Ottimizzare la user experience (UX)

L’AI Mode non premia solo i contenuti autorevoli, ma anche quelli che garantiscono un’esperienza utente fluida e coinvolgente. Per ottimizzare la UX, è necessario concentrarsi sui seguenti fattori:

  • Velocità e accessibilità per caricare rapidamente i siti web e offrire un’esperienza ottimale su tutti i dispositivi.
  • Struttura e chiarezza, con contenuti ben organizzati, titoli chiari e paragrafi concisi.
  • Interattività e coinvolgimento, grazie all’integrazione di elementi multimediali, come video e infografiche.

4. Monitorare e adattarsi in tempo reale

L’AI Mode è ancora in fase sperimentale, ma chi si occupa di SEO e digital marketing dovrà:

  • Studiare l’evoluzione del sistema e come cambia il ranking.
  • Sperimentare nuovi formati di contenuto (video, podcast, infografiche).
  • Analizzare il comportamento degli utenti per capire se e come interagiscono con le risposte AI.

Così come i brand stanno già sperimentando l’uso di ChatGPT per automatizzare customer service e content marketing, dovranno ora adattarsi anche all’AI Mode di Google, ripensando le loro strategie SEO e di visibilità.

La SEO non è morta, ma sta cambiando profondamente

Ogni volta che Google introduce un grande cambiamento, si sente sempre la stessa frase: “La SEO è morta”. Eppure, ogni volta, il settore evolve e trova nuove opportunità.

L’AI Mode rappresenta una sfida enorme, ma anche una possibilità di crescita per chi saprà adattarsi. Non sarà più sufficiente puntare solo sulle parole chiave e sui link: i contenuti dovranno essere sempre più di valore, autorevoli e interattivi.

La SEO tradizionale, basata su semplici ottimizzazioni on-page, potrebbe perdere terreno. Ma chi saprà cavalcare l’onda dell’intelligenza artificiale, lavorando sulla brand authority e sulla qualità dei contenuti, potrà conquistare un ruolo di primo piano in questa nuova era digitale.

L’AI Mode non è la fine della SEO. È l’inizio di un nuovo capitolo.

Luigi Nervo

Luigi Nervo

Digital Marketing Manager

Esperto di marketing, Seo e contenuti (leggi la bio).

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