L’ecommerce per fare la spesa presto non sarà più un’utopia. Sempre più italiani comprano online, cresce il numero dei responsabili d’acquisto cresciuti con il web e con le nuove tecnologie, gli apparecchi mobile (smartphone e tablet) consentono agli utenti di essere sempre online e offrono nuove modalità alle aziende per interagire con i consumatori.
Secondo una ricerca sullo stato dell’ecommerce del settore del largo consumo che Upa (Utenti Pubblicità Associati) e Google hanno commissionato all’istituto Gfk Euisko, già oggi 13 milioni di italiani acquistano sul web, ma secondo l’attuale trend di crescita tra dieci anni metà della popolazione farà shopping online. Restringendo il campo al settore del largo consumo, si nota invece che sono 400 mila persone ad acquistare online, mentre un quarto dei responsabili acquisti che utilizzano il web vorrebbe acquistare su Internet.si tratta di 2,7 milioni di persone che in famiglia prendono la decisione su quale prodotto acquistare.
I motivi della crescita dell’ecommerce sono soprattutto tre: risparmio di tempo, benefit di tipo economico e varietà di assortimento. Il 43% apprezza il fatto che comprando online non deve fare code, trovare parcheggio o altri fastidi che rubano del tempo dedicato alle attività extra-lavorative. Il 37% spera di trovare offerte vantaggiose, magari anche confrontando il prezzo su più siti di ecommerce. Il 32% invece riconosce al web una disponibilità e un assortimento molto più ampi che nei punti vendita tradizionali. Anche in questo caso la varietà di siti e di portali tra i quali scegliere gioca in favore della vendita online.
Quali sono le barriere da abbattere? L’82% degli utenti teme una smaterializzazione del processo d’acquisto, cioè un passaggio che fa perdere il contatto diretto con il venditore e con la merce. Pensiamo per esempio a tutti quelli che vogliono toccare con mano prima di decidere. Il 70% si trova a disagio di fronte ad un inversione lungo il processo che lo porta alla decisione d’acquisto: sul web deve avere già le idee chiare e non può girare per il negozio osservando cosa lo attira. Infine la logistica con il 63% che è contrariato dal vincolo della presenza in casa e il 67% che non vuole pagare un costo aggiuntivo.
Come si possono superare questi ostacoli? Il primo metodo è quello dell’interazione con gli utenti e della costruzione di un percorso che li accompagni e li protegga durante il loro processo d’acquisto. Il secondo è quello dell’utilizzo di punti di consegna (sull’esempio di Locker Delivery di Amazon o Bufferbox di Google) e una gestione dell’ecommerce che privilegi acquisti in grandi quantità a fronte di una riduzione del costo della consegna. Ma soprattutto serve tanta informazione perché sono ancora pochi gli utenti che si definiscono esperti di tecnologie digitali e questi apprendono le informazioni soprattutto dal passaparola (60%) e ancora poco dal web o dai media tradizionali (rispettivamente il 49% e il 40& degli intervistati.
“È venuto il momento di mettersi in gioco e sperimentare nuove modalità di integrazione offline e online, al fine di valorizzare al meglio tutti gli asset della marca – è l’invito di Carlo D’Asaro Biondo, presidente South East Europe, Middle East and Africa di Google – Le aziende che meglio sapranno cogliere le sfide e le potenzialità dell’ecommerce oggi, saranno i vincitori di domani”.