Una nota a margine di un post, nessun grande annuncio e poco clamore sui media. Così Pavel Durov ha annunciato una novità importantissima: gli hashtag di Telegram appariranno nella ricerca globale. Apparentemente, sembra un semplice aggiornamento, ma di fatto estende le funzionalità dell’app, trasformandola sempre di più in un social media orientato all’informazione.
Come funzionano gli hashtag di Telegram
Gli hashtag su Telegram sono stati introdotti nel 2015, due anni dopo la nascita dell’app fondata dai fratelli russi Nikolaj e Pavel Durov. Finora sono stati utilizzati per organizzare in categorie i contenuti pubblicati all’interno di gruppi.
Se utilizzati bene, gli hashtag potevano essere un utile strumento per migliorare la user experience, facilitando la ricerca di post all’interno del canale da parte degli iscritti. La loro utilità è evidente per i publisher e i content creator con un’alta frequenza di pubblicazione.
L’annuncio di Pavel Durov
La novità riguardante gli hashtag è stata annunciata il 17 maggio 2024 sul canale Telegram di Pavel Durov (Du Rove’s Channel), in coda ad un post con il quale ringraziava gli utenti di Notcoin per il loro significativo supporto.
In fondo, Durov ha pubblicato una serie di hashtag: WealthGapWidens #RichGetRicher #DisparityGrows #SubsidizeTheRich #TaxThePoor. E poi, tra parentesi, l’annuncio: “più avanti, in questo mese, cliccando su questi hashtag, verranno mostrati tutti i post su canali pubblici che li contengono”.
Nuove opportunità per i canali Telegram
La ricerca globale degli hashtag di Telegram apre oggi le porte ad un’evoluzione dell’app che si posiziona chiaramente come social media di contenuti. Entra in concorrenza con Facebook, Twitter, in parte con Google News e Discover, e soprattutto con Instagram, dal quale questa nuova funzione sembra ispirata.
Nato nel 2013 come concorrente di WhatsApp, Telegram è subito diventato uno dei servizi di instant messaging più usato in Russia e nei paesi russofoni, come Ucraina, Bielorussia e le repubbliche ex sovietiche. È cresciuto rapidamente anche nel mondo occidentale. Ha introdotto la crittografia end-to-end prima di WhatsApp. Permette la creazione di gruppi fino a 200.000 membri (contro i 256 dell’app di Mark Zuckerberg). È accessibile anche tramite nickname, senza l’obbligo di utilizzare il numero di telefono. È stato tra i primi ad integrare i bot.
Recentemente, mentre i social media di Meta (Facebook, Instagram e WhatsApp) hanno aumentato i sistemi di controllo (e spesso di censura) sui contenuti, Telegram ha promosso un flusso di comunicazione meno filtrata. I vantaggi sono quelli di un’informazione più libera e pluralistica, mentre gli svantaggi sono quelli della della diffusione di fake news. Tutto questo ha portato ad una crescita degli utenti attivi anche nei paesi occidentali e ad un maggior interesse da parte delle aziende, ora disposte ad investire in pubblicità.
Telegram sta quindi diventando un social media di informazione diffuso in tutto il mondo. Nel 2014, Pavel Durov è stato licenziato come amministratore delegato di VKontakte, il social network analogo a Facebook che lui stesso aveva fondato e che oggi è tra i canali più diffusi in Russia e nei paesi russofoni. Telegram potrebbe diventare proprio un gigantesco social media, molto innovativo e con funzioni aggiunte, che porterebbe nel mondo la visione originale di Durov.