Oggi stiamo vivendo una trasformazione radicale del modo in cui le persone cercano informazioni online. Sempre più utenti utilizzano ChatGPT o Gemini per farsi consigliare un prodotto, risolvere un dubbio o ottenere una risposta sintetica. I classici dieci link blu della SERP sono spesso bypassati in favore di sintesi automatiche, answer box, AI Overview e chatbot. La domanda ricorrente tra gli addetti ai lavori è se ha ancora senso continuare a fare SEO. Spoiler: ha senso eccome.
La SEO non è morta, ma sta solo cambiando, si sta evolvendo. Abbandonarla sarebbe un enorme errore strategico per almeno 7 motivi.
I contenuti SEO nutrono le AI generative
Le AI come ChatGPT non creano contenuti dal nulla. Analizzano, apprendono, rielaborano. E lo fanno partendo da miliardi di pagine web. In altre parole, se non sei online, non esisti.
Gli LLM (Large Language Models) si nutrono di contenuti ben scritti, chiari, informativi, ottimizzati. I tuoi articoli, le tue guide, le tue FAQ possono diventare parte delle fonti che l’AI usa per rispondere agli utenti. Ma questo accade solo se sono indicizzati, leggibili e ben strutturati.
Inoltre, strumenti AI con browsing attivo estraggono e suggeriscono link direttamente dai risultati di ricerca, in particolare da Bing e Google. E quei risultati sono costruiti su basi SEO, con attenzione a contenuti pertinenti, parole chiave e struttura del sito. Quindi, se vuoi essere visibile nelle risposte AI, prima devi essere visibile sui motori di ricerca.
La SEO locale resta il punto di contatto con il mondo fisico
Quando cerchi un bar vicino, un idraulico disponibile in giornata o una palestra nel tuo quartiere, non chiedi a ChatGPT. Apri Google Maps, leggi le recensioni, guardi gli orari. E clicchi. In questo contesto, Google Business Profile e la SEO locale restano strumenti fondamentali.
Un’attività che compare nei primi risultati locali ha molte più possibilità di attrarre clienti. Questo vale per ristoranti, negozi, studi professionali, artigiani, palestre, medici e molte altre attività. La visibilità online è la vetrina del tuo mondo reale.
Il traffico organico ha ancora il ROI più alto, soprattutto per l’e-commerce
La SEO è uno dei pochi canali capaci di portarti utenti qualificati senza dover pagare ogni clic. Richiede tempo, competenze e strategia, ma nel medio-lungo periodo genera un ritorno sull’investimento (ROI) superiore a qualsiasi campagna adv.
Questo discorso vale ancora di più se vendi online attraverso un e-commerce. L’intento di acquisto (“comprare”, “migliore”, “offerta”) si esprime ancora con parole chiave cercate su Google. Le schede prodotto ottimizzate con immagini, descrizione, recensioni e FAQ, le categorie e le recensioni continuano a giocare un ruolo decisivo.
La SEO è il modo migliore per intercettare gli utenti proprio nel momento in cui stanno decidendo di comprare.
La SEO presidia l’intero customer journey
Non tutti gli utenti sono pronti a convertire al primo clic. Spesso il loro percorso è fatto di tappe, domande, confronti.
La SEO ti permette di essere presente in ogni fase del viaggio:
- Quando scopre un problema (awareness)
- Quando valuta soluzioni (consideration)
- Quando sceglie dove comprare (decision)
- Quando cerca supporto o approfondimenti post-vendita (loyalty)
Immagina di vendere costumi e accessori per il nuoto. Un nuotatore, in vista della sua prima gara, potrebbe iniziare cercando “come scegliere un costume gara per il nuoto”. Poi, dopo aver letto una guida con consigli, potrebbe passare a “costume gara Arena Powerskin uomo confronto modelli”, e infine digitare “Arena Powerskin Carbon Air 2 uomo”.
Se hai contenuti ottimizzati per ogni fase, accompagni l’utente dalla scoperta alla conversione, senza interrompere mai il dialogo.
Essere presenti nei risultati (SEO ed AI) rafforza il brand
Essere primi su Google non è solo questione di traffico, ma di percezione. Quando il tuo sito appare regolarmente tra i risultati di ricerca, il brand acquista autorevolezza. Gli utenti iniziano a riconoscerlo, ad associarlo alla competenza, a fidarsi.
Questo vale per la classica SERP di Google, ma ancor più per i risultati nelle piattaforme AI, dove la scarsità di link suggeriti rende ogni citazione ancora più preziosa. Se ChatGPT o Gemini citano il tuo sito, se vieni consigliato tra i pochi link che compaiono in una risposta generativa, l’effetto è quindi moltiplicato.
I dati SEO sono insight strategici per tutto il marketing
I dati che raccogli grazie alla SEO (Google Search Console, volumi di ricerca, CTR, query) non servono solo per migliorare i contenuti, ma sono un’incredibile fonte di insight per comprendere al meglio il mercato.
Analizzando le query reali che portano traffico al tuo sito scopri cosa cercano davvero le persone, con che linguaggio, in che fase del funnel si trovano. Puoi intercettare trend emergenti, scoprire nuove nicchie, capire quali prodotti attirano più interesse e quali argomenti richiedono approfondimenti.
Questi dati ti permettono di andare oltre ai contenuti SEO e ottimizzare anche campagne adv, email, landing page e persino le offerte commerciali.
Senza le basi SEO, non parli né agli utenti né alle AI
Fare SEO oggi non significa più solo ottimizzare per Google, ma progettare contenuti e strutture che rispondano bene alle esigenze dell’utente, su qualsiasi canale si trovi, dal motore di ricerca alle piattaforme AI.
Un sito ben organizzato, con contenuti chiari, gerarchie logiche e una navigazione efficace è più facile da scansionare e da comprendere per modelli di intelligenza artificiale. Le AI generative faticano con contenuti mal strutturati, poco contestualizzati e ambigui.
Architettura dell’informazione, markup semantico, contenuti “entity-based”, linking interno sono tutte pratiche SEO che oggi tornano centrali anche per ottimizzare la visibilità nelle risposte di ChatGPT. E se fai bene SEO, migliori anche la UX. Che poi è sempre il punto di partenza e di arrivo di tutto.
La SEO non è morta, si è solo evoluta.
Smettere di fare SEO perché esiste ChatGPT è come smettere di scrivere libri perché c’è Wikipedia.
La SEO è viva, ma è cambiata. Non è una gara a chi infila più keyword, ma un ecosistema complesso, fatto di contenuti di qualità, architetture solide, segnali semantici e , sempre di più, integrazione con AI e nuove tecnologie.
Oggi Non basta più ottimizzare per Google, ma per l’intero ecosistema della ricerca assistita dall’AI. Significa scrivere contenuti chiari, approfonditi, ben formattati. Strutturare il sito per essere leggibile da umani e algoritmi. Capire l’intento dietro ogni query e offrire valore reale.
La SEO continua a essere uno degli strumenti più potenti per capire, attrarre e convertire. Se sai come usarla, è anche la tua arma migliore per restare visibile in un mondo che sta diventando sempre più invisibile.